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Il reato di “abbandono" di rifiuti ex art. 256 , co. 2, TUA, data la sua natura istantanea, si consuma al momento della derelizione del rifiuto, la cui esatta individuazione è onere dell’accusa dimostrare.

Pubblicato il 14/10/2021

La condotta tipica del reato di “abbandono" di rifiuti di cui all’art. 256, co. 2, d.lgs. n. 152/2006, diversamente da quella di “deposito incontrollato”, esaurisce i suoi effetti nel momento stesso in cui il rifiuto viene rilasciato, momento la cui individuazione è onere dell'accusa dimostrare; con la conseguenza che, in mancanza di prova certa sul punto, il termine di decorrenza della prescrizione va computato secondo il maggior vantaggio per l'imputato.

Questo il principio sancito da una recente sentenza della Corte d’Appello di Lecce (dep. 14.09.2021), in riforma della sentenza di condanna emessa in primo grado dal Tribunale di Brindisi, in relazione ad una vicenda che vedeva coinvolto un imprenditore accusato di aver “abbandonato e, comunque, depositato in modo incontrollato” dei rifiuti all’interno della propria azienda agricola.

La Corte d’Appello – recependo i rilievi difensivi dell’avvocato Gianluca D’Oria, tesi a dimostrare il palese disinteresse manifestato dall’imputato per la sorte dei rifiuti, evincibile dalla mancanza di qualsivoglia attività di gestione degli stessi nel corso dei dieci anni trascorsi dal momento della loro allocazione su un’area di proprietà del predetto – ha dichiarato la prescrizione del reato, non essendo la pubblica accusa riuscita a fornire la prova certa della sua data di commissione, a fronte peraltro di dati probatori di natura dichiarativa e documentale offerti dalla difesa, e non adeguatamente valutati dal giudice di primo grado, reputati idonei a far risalire il momento dell’abbandono a circa un decennio precedente.

Sul punto la Corte salentina ha avuto altresì modo di precisare, peraltro in linea con la giurisprudenza della Corte di legittimità, come il reato in esame si consumi con la derelizione dei rifiuti sia che esso si consideri a consumazione istantanea, sia che lo si consideri istantaneo ad effetti permanenti. 

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Lo Studio si trova nel cuore di Lecce, all’interno di un antico palazzotto del '500, a pochi passi dall’arco di Trionfo Carlo V (Porta Napoli) e dal Duomo.
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